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Dici Montecarlo e pensi al lusso, ai casino legali, al mare, a quella voglia di vivere in modo luccicante e rilassante le proprie vacanze o la propria quotidianità. Il principato, però, è anche la sede di una delle più gloriose squadre del campionato di calcio transalpino, capace di vincere otto titoli nazionali, cinque volte la Coppa di Francia e di aver disputato alcune entusiasmanti stagioni in campo europeo.

Basti ricordare, ad esempio, la straordinaria cavalcata del Monaco di Didier Deschamps, attuale c.t. campione del mondo della nazionale francese, che arrivò all’ultimo atto della Champions League 2003/2004, sconfitto in finale dal Porto di Mourinho dopo aver eliminato il primo Chelsea di Abramovich, che vantava tra le proprie file campioni come Crespo e Veron ed in panchina un certo Claudio Ranieri, che dieci anni dopo si siederà sulla panchina dei monegaschi per farli risorgere dalle ceneri della Ligue 2.

Flavio Roma e Andrea Raggi: i due italiani più amati nel Principato

Diversi calciatori italiani hanno indossato la prestigiosa casacca biancorossa, trovando, in alcuni casi, l’ammirazione totale dei tifosi monegaschi. Due calciatori poco noti ai tifosi italiani sono quelli, con ogni probabilità, che sono rimasti più nel cuore dei tifosi del Louis II: Flavio Roma e Andrea Raggi, professionisti esemplari che hanno toccato l’apice della loro carriera a Montecarlo.

Il primo è stato a lungo il guardiano della porta biancorossa, il titolare di quel Monaco di Deschamps che conquistò i tifosi al di là dei confini monegaschi. Giunto nel Principato nel 2001, con la squadra all’epoca in seconda serie, Roma militò per otto stagioni consecutive nel Monaco prima di volare a Milano, sponda rossonera, per svolgere diligentemente il ruolo di terzo portiere. Nel 2012, però, il ritorno al Louis II, dove chiuse la carriera dopo due stagioni da dodicesimo.

Percorso simile anche per Andrea Raggi, che nel 2012 giunse a Monaco con la squadra in Ligue 2 e fu compagno di Flavio Roma nelle sue due prime annate in biancorosso. Dopo una carriera italiana senza sussulti, il calciatore ligure fu uno dei massimi protagonisti della rinascita monegasca, determinante nell’anno della promozione e nelle successive quattro stagioni. Negli ultimi due anni, seppur relegato ad un ruolo da comprimario, non fece mai mancare il proprio contributo quando fu chiamato in causa.

L’esperienza, sfortunata, di Christian Vieri

Se Roma e Raggi sono, probabilmente, due nomi poco noti alla maggior parte dei tifosi, altri calciatori, decisamente più noti al grande pubblico, hanno vestito la maglia biancorossa. Basti pensare, ad esempio, a Christian Vieri, uno dei migliori bomber italiani di tutti i tempi, a detta di molti il miglior “panzer” azzurro dopo l’inarrivabile Gigi Riva.

L’esperienza a Montecarlo, però, non fu certo entusiasmante. Vieri, alla ricerca di visibilità per ottenere un posto nella rosa dell’Italia che si accingeva a partecipare al mondiale tedesco, decise di lasciare il Milan, dove trovava poco spazio, per giocare con maggior continuità nella squadra all’epoca allenata da Guidolin. Dopo sette presenze impreziosite da tre goal, però, Bobo si infortunò, chiuse anzitempo la stagione e dovette abbandonare, definitivamente, le speranze di prendere parte al terzo Mondiale della propria carriera.

Panucci, Simone, El Shaarawy e gli altri italiani in biancorosso

Un’altra punta italiana, invece, ebbe miglior fortuna. Stiamo parlando di Marco Simone, che giunse nel Principato dopo due buone stagioni nel PSG. L’ex spalla di Weah nel Milan di metà anni ‘90, infatti, mise a segno 28 reti nella prima annata in biancorosso e 16 nella seconda, diventando un idolo dei tifosi monegaschi.

Anche altri italiani hanno vestito la maglia biancorossa, senza, tuttavia, lasciare un segno indelebile. Marco Di Vaio disputò mezza stagione al Louis II, dopo le annate a corrente alternata di Valencia, mettendo a segno 5 reti in 15 partite, mentre Stephan El Shaarawy, anche per motivi legati all’eventuale obbligo di riscatto che il Monaco non voleva esercitare, fu scaricato dalla società monegasca dopo pochi mesi e ceduto, poi, dal Milan alla Roma.

Anche Christian Panucci giocò pochi mesi in quel di Monaco prima di essere richiamato in Italia dal suo “mentore” Fabio Capello, che lo fece diventare un perno fondamentale della Roma che solo pochi mesi prima aveva vinto lo Scudetto. Ruoli da comprimari, invece, per Oshadogan (8 presenze in due anni), De Sanctis (una sola presenza nell’ultimo anno di carriera), Barreca (solo 7 presenze) e Pellegri (22 presenze in tre stagioni costellate da continui infortuni).