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Un libretto che non scade: la formazione permanente ridefinisce i percorsi di apprendimento

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di Redazione

30/06/2025

TITOLO
Il modello tradizionale di formazione, inteso come un percorso che inizia con l’iscrizione universitaria e si conclude con il conseguimento di un titolo, mostra oggi i suoi limiti. L’accelerazione dei progressi scientifici e tecnologici e la continua evoluzione della pratica clinica rendono necessario un aggiornamento costante delle competenze. In medicina, infatti, nuove evidenze, protocolli e approcci terapeutici emergono e vengono validati quotidianamente a livello internazionale. Emerge quindi l'esigenza di una formazione permanente, un apprendimento che non si conclude con la laurea ma accompagna l'individuo per tutta la vita professionale. L'idea di un "libretto universitario" che non scade, capace di registrare ogni acquisizione di conoscenza e abilità, si propone come risposta a questa necessità, trasformando il modo in cui individui e aziende pensano allo sviluppo professionale. Per chi lavora in sanità, però, non è sempre facile tradurre questo principio in pratica. Turni estenuanti, orari irregolari e la pressione di responsabilità costanti spesso lasciano poco spazio da dedicare alla formazione. Eppure, proprio per questi professionisti, restare aggiornati è fondamentale quanto curare i pazienti. Le nuove tecnologie stanno però venendo incontro ai professionisti: piattaforme digitali, ambienti immersivi e strumenti interattivi rendono l’apprendimento più flessibile e accessibile, adattandosi ai tempi e ai ritmi di ciascuno. La formazione a distanza (FAD) rappresenta probabilmente la sintesi più interessante di questa evoluzione, perché consente di studiare ovunque e in qualunque momento, senza sacrificare la qualità dei contenuti. Un esempio concreto è questo sito accreditato ECM, che propone percorsi basati su ebook digitali che accompagnano il professionista nell’acquisizione dei crediti ECM, restando poi disponibili nella sua libreria personale per ulteriori future consultazioni.

Perché serve un registro unico per le competenze in evoluzione

Le competenze acquisite oggi possono diventare obsolete domani. Questa dinamica rende insufficiente affidarsi a un unico titolo di studio ottenuto all'inizio della carriera. Le persone necessitano di aggiornare costantemente il proprio bagaglio di conoscenze, imparando nuove lingue, padroneggiando software emergenti o acquisendo soft skill essenziali per il lavoro di squadra e la risoluzione dei problemi. Un registro centralizzato delle competenze, simile a un libretto universitario ma dinamico e in continua evoluzione, offre una soluzione pratica. Tale strumento consentirebbe di valorizzare sia i corsi universitari e i master, sia le esperienze formative meno tradizionali come  micro-credenziali, certificazioni professionali, workshop specifici e persino l'apprendimento autodiretto validato. Molteplici percorsi di apprendimento, formali e informali, che contribuiscono alla crescita professionale. Avere un documento unico che li raccolga fornisce una visione chiara e completa del profilo di competenze di un individuo, facilitando la sua spendibilità nel mercato del lavoro e la sua capacità di adattamento a nuove opportunità.

Come potrebbe funzionare: dalle micro-credenziali al riconoscimento continuo

Immaginiamo una piattaforma digitale dove ogni attestato di frequenza, ogni certificazione, ogni esame superato – anche fuori dal contesto universitario tradizionale – venga registrato. Questo sistema non si limita a elencare i titoli; descrive le competenze specifiche acquisite. Ogni voce contribuirebbe a costruire un profilo dinamico, verificabile e aggiornato in tempo reale. Le università potrebbero avere un ruolo centrale non solo nell'erogazione di corsi tradizionali, ma anche nello sviluppo e nel riconoscimento di moduli formativi brevi e mirati, le cosiddette micro-credenziali, che rispondono a esigenze specifiche del mercato. Il funzionamento richiederebbe standardizzazione e interoperabilità. È essenziale che le diverse istituzioni educative e gli enti di certificazione possano interagire con il sistema, garantendo il riconoscimento reciproco dei crediti e delle competenze. Un simile libretto permanente faciliterebbe inoltre l'orientamento professionale, permettendo agli individui di identificare le lacune nel proprio profilo e di pianificare i prossimi passi formativi. Per le aziende, significherebbe accedere a un database di talenti con profili di competenze chiari e verificabili, semplificando i processi di recruiting e di upskilling della forza lavoro. L'implementazione di un tale sistema comporta sfide significative. Riguardano la governance, la protezione dei dati personali e i modelli di finanziamento. Non è solo una questione tecnologica, ma anche culturale e normativa. Richiede una stretta collaborazione tra istituzioni accademiche, settore privato e decisori politici. Il valore aggiunto, tuttavia, è notevole: un sistema educativo più flessibile e inclusivo, capace di supportare la crescita individuale e la competitività economica in un mondo in continua trasformazione. La formazione permanente, con un registro ufficiale e dinamico, smette di essere un'opzione per diventare una necessità, garantendo che nessuno resti indietro nel proprio percorso di apprendimento e professionale.
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