“Giovanna d’Arco” inaugura la stagione del Teatro Torlonia: un omaggio poetico e ribelle a Maria Luisa Spaziani
di Redazione
17/10/2025
Dal 23 ottobre al 2 novembre, il Teatro Torlonia apre la nuova stagione con Giovanna d’Arco, il poema-romanzo in endecasillabi di Maria Luisa Spaziani, riportato in scena dalla regia di Luca De Fusco. Un’opera intensa e visionaria che attraversa la leggenda della pulzella d’Orléans con lo sguardo libero e femminile della poetessa torinese, qui interpretata dalla giovane Mersila Sokoli, premiata come Miglior Emergente ai Premi Le Maschere del Teatro Italiano 2025.
Una Giovanna ribelle, lirica e contemporanea
La messa in scena diretta da De Fusco si distacca dalle letture eroiche e monumentali della figura di Giovanna d’Arco per restituirne una versione intima, dissidente e profondamente umana. L’eroina francese diventa il simbolo di una ribellione contro la misoginia e il potere, una donna che combatte con la forza della parola poetica e della consapevolezza di sé.
Il testo di Spaziani, scritto nel 1990 ma ideato nell’arco di cinquant’anni, restituisce la voce di una Giovanna moderna e tormentata, capace di interrogare il proprio destino e di affrontare il rogo come gesto di libertà. La poetessa, affascinata sin dall’infanzia dalla figura dell’eroina francese, rilegge la leggenda seguendo anche la suggestiva ipotesi storica secondo cui Giovanna non sarebbe morta nel 1431, ma avrebbe sposato Robert des Armoises, vivendo nel castello di Jaulny.
Dalla Sicilia al cuore di Roma: un viaggio teatrale
Prima di approdare a Roma, lo spettacolo ha avuto un suggestivo preludio a Panarea, dal 26 al 28 settembre, nella scenografia naturale dell’Hotel Raya. Un omaggio alla poetessa – scomparsa nel 2014 – e al suo legame con la Sicilia, dove insegnò a Messina e dove trovò ispirazione per alcune delle sue opere più intense.
La scelta di De Fusco di portare Giovanna d’Arco in spazi non convenzionali rispecchia la sua idea di teatro “in movimento”, capace di uscire dai confini consueti e di dialogare con i luoghi. Al Torlonia, la scena si fa spazio poetico e rito laico, in cui la parola si fonde con la luce, il silenzio e la voce di una giovane interprete che dà corpo alla memoria di una donna libera, fragile e fiera.
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