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Fontana di Trevi: storia e leggenda della fontana più famosa

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di Redazione

04/10/2025

TITOLO
La Fontana di Trevi è una delle meraviglie assolute della città di Roma, un’opera d’arte senza tempo che ha conquistato milioni di cuori in tutto il mondo. La sua maestosità architettonica, la bellezza scultorea e le leggende popolari che la avvolgono la rendono la fontana più famosa de pianeta. In essa si intrecciano la potenza dell’arte barocca, la funzionalità degli acquedotti romani antichi e la magia di un semplice gesto che, da secoli, accomuna pellegrini, turisti e sognatori: lanciare una monetina per tornare a Roma.

L’origine antica della Fontana di Trevi

La storia della Fontana di Trevi affonda le sue radici nell’antica Roma. L’acqua che la alimenta proviene dall’Acquedotto Vergine, costruito nel 19 a.C. per volere di Marco Vipsanio Agrippa, braccio destro dell’imperatore Augusto. Questo acquedotto aveva lo scopo di portare acqua alle terme e alle fontane del centro cittadino. La sua sorgente si trova a circa 20 chilometri da Roma, e ancora oggi, dopo più di duemila anni, l’acqua scorre grazie a quel sistema idraulico straordinario. Il nome Trevi pare derivare da “trivium”, ossia un incrocio di tre vie, che si incontravano proprio nel punto dove oggi si erge la fontana. Per secoli, prima ancora della fontana monumentale, in questa zona esistevano semplici fonti d’acqua pubblica, utilizzate dai cittadini romani per rifornirsi. Durante il Medioevo e il Rinascimento, l’acquedotto subì varie interruzioni e restauri, ma non fu mai completamente abbandonato. L’importanza dell’acqua, in una città costruita sul rapporto tra ingegneria e vita quotidiana, ha sempre avuto un ruolo centrale, e questo spiega l’attenzione costante verso il punto terminale dell’Acquedotto Vergine.

L’esplosione del barocco a Roma e la nascita della fontana monumentale

Il progetto della Fontana di Trevi come la conosciamo oggi nasce nel pieno del XVIII secolo, periodo in cui Roma vive una nuova esplosione di bellezza e teatralità grazie al movimento artistico del barocco. Le fontane, da semplici punti di distribuzione idrica, diventano vere e proprie scenografie urbane, emblemi del potere papale e della magnificenza della città. Nel 1731Papa Clemente XII decide di realizzare una nuova, grandiosa mostra d’acqua al termine dell’Acquedotto Vergine. Viene indetto un concorso pubblico e tra i partecipanti spicca il nome dell’architetto Nicola Salvi, che ottiene l’incarico. La sua visione era chiara: trasformare la facciata del Palazzo Poli in un fondale teatrale per una scena d’acqua, marmo e luce. I lavori iniziano nel 1732 e dureranno trent’anni. Salvi morirà prima del completamento dell’opera, che verrà portata a termine da Giuseppe Pannini e Pietro Bracci, autore della celebre statua centrale dell’Oceano, la divinità che guida un carro conchiglia trainato da cavalli marini. La fontana verrà inaugurata nel 1762 e da allora domina la piazza con la sua imponenza: 26 metri di altezza per oltre 20 metri di larghezza, una fusione perfetta tra architettura, scultura e natura.

L’arte e il simbolismo della Fontana di Trevi

L’estetica della Fontana di Trevi è profondamente legata all’universo barocco romano, che esalta il movimento, il contrasto e l’emozione. Il centro della composizione è occupato da Oceano, la personificazione mitica del mare, circondato da due cavalli marini: uno impetuoso, l’altro calmo. A domarli, due tritoni che rappresentano le forze della natura sotto il controllo divino. Accanto al nucleo centrale si trovano due grandi figure allegoriche: l’Abbondanza, con la cornucopia colma di frutti, e la Salubrità, che porge una coppa a un serpente. Sopra di loro, i rilievi raccontano la leggenda della fanciulla che mostrò la sorgente agli ingegneri romani, e l’approvazione imperiale dell’opera. Tutti gli elementi sono concepiti per esprimere una precisa idea: l’armonia tra l’uomo, la natura e il potere. L’acqua non è solo elemento decorativo: è vita, è benessere, è storia.

La tradizione monetina: il gesto che unisce il mondo

La tradizione più famosa legata alla Fontana di Trevi è senza dubbio il lancio della monetina. Si dice che chiunque getti una moneta nella fontana, di spalle e con la mano destra sopra la spalla sinistra, tornerà a Roma. Due monete portano l’amore, tre il matrimonio. Ogni giorno, migliaia di persone ripetono questo gesto, creando un flusso continuo di monete che vengono raccolte ogni notte. Il valore di quanto si recupera è impressionante: si parla di oltre un milione di euro l’anno, interamente devoluto a scopi benefici. La monetina è diventata una sorta di rito collettivo, una promessa sussurrata all’acqua, una preghiera laica, ma anche un momento di connessione con la città.

La Fontana di Trevi nel cinema e nella cultura pop

La Fontana di Trevi non è solo un’opera d’arte: è anche protagonista nel cinema mondiale. Il suo momento più celebre è nel film “La Dolce Vita” di Federico Fellini, quando Anita Ekberg entra nell’acqua invitando Marcello Mastroianni a seguirla. Quella scena è diventata un’icona globale, simbolo del sogno, della trasgressione, della libertà artistica. Da quel momento, la fontana è apparsa in centinaia di pellicole, da “Vacanze Romane” a “Totòtruffa”, da “Angeli e Demoni” a commedie moderne, confermandosi luogo cinematografico per eccellenza. Ogni film ne reinventa il significato, ma tutti la scelgono per ciò che rappresenta: bellezza senza tempo, mistero e desiderio.

La gestione delle monete e il dibattito sociale

Negli ultimi anni, la gestione delle monete della Fontana di Trevi è stata oggetto di dibattiti pubblici. In origine, il denaro veniva destinato in gran parte alla Caritas di Roma, che lo usava per finanziare mense, dormitori e progetti sociali. Tuttavia, in alcuni momenti le autorità locali hanno valutato altre destinazioni, suscitando polemiche e reazioni da parte dell’opinione pubblica. Questo episodio ha acceso una riflessione su cosa significhi valorizzare un simbolo popolare: le monetine non sono solo spiccioli, ma rappresentano la speranza di milioni di persone. Ogni centesimo gettato nella fontana porta con sé una storia, una promessa, un sogno.

Restauri, tutela e conservazione del capolavoro

Nel corso dei secoli, la Fontana di Trevi ha subito numerosi restauri. Tra i più importanti si ricorda quello del 2014, finanziato dalla casa di moda Fendi, che ha permesso di restituire splendore alle superfici marmoree e agli impianti idrici. I lavori sono durati oltre un anno e mezzo e hanno incluso il rifacimento dell’illuminazione e la pulitura delle statue. Questo intervento ha dimostrato quanto sia fondamentale la sinergia tra pubblico e privato per conservare i tesori artistici italiani. La fontana, pur essendo antica, è ancora viva. E per questo deve essere curata, protetta, amata ogni giorno. Ogni suo elemento è il frutto di secoli di passione, arte, tecnica e spiritualità.

La Fontana di Trevi oggi

Oggi la Fontana di Trevi è il monumento più visitato di Roma dopo il Colosseo, e accoglie ogni giorno migliaia di turisti da tutto il mondo. Il suo fascino è immutato. In un’epoca di velocità e immagini effimere, la Fontana resta un punto fermo: uno spazio in cui il tempo si ferma, dove il passato parla al presente. Qui si incontrano storia, arte, religione, romanticismo, consumismo e spiritualità. Qui, il gesto più semplice – una moneta lanciata nell’acqua – può ancora significare qualcosa di profondo.
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